un angelo biondo e pieno di cicatrici : un epico ritorno nella saga di Barbarian King

Valeria

L'universo del Re Barbaro è in continua espansione. Oltre alla saga principale, che veleggia verso il quinto volume con il nostro sempre più invischiato in misticheggianti deliri, arriva il secondo spin-off dedicato ad un'altra delle donne del barbaro.

Dopo il volume dello scorso anno, dedicato a Salomé, questa volta seguiremo le gesta di Valeria, piratessa guerriera della costa Stigiana e vecchia fiamma del nostro Conan.

La Valeria che incontriamo in questa storia però non è la bellissima diavolessa di Chiodi Rossi, e, solo lontanamente ricorda la Sandahl Bergman del film di Milius. Quello che è successo nel frattempo è il lento incedere del tempo.

Uno dei pregi, non solo di questo volume, ma della serie in generale, è proprio il raccontare le gesta di questi personaggi mitici, anni dopo i nostri ultimi incontri. Per la generazione cresciuta seguendo le loro gesta, vedere cosa succede dopo, vederne il seguito è un balsamo miracoloso. Tiene a bada il demone della nostalgia e nel mentre racconta delle avventure cariche di sfaccettature nuove.

E gli anni sono stati inclementi con Valeria. È difficile essere una donna, e un capitano di ventura, in un mondo fortemente patriarcale. Bisogna combattere due volte più forte per mantenere il rispetto, e questo finisce per influire sul fisico. Non più splendida fantasia, il corpo mostra le cicatrici, fisiche e mentali. Perché Valeria non lo ammetterà mai, ma quello che è successo, e quello che poteva succedere con il Barbaro, l'ha cambiata per sempre e, anche oggi che gira voce che il re d'Aquilonia sia impazzito, non smette di sperare nel buono che c'è in lui. E che quel buono torni a cercarla.